S’Affuente è un piatto di ottone lavorato a sbalzo con motivi diversi: grappoli d’uva, pampini, fiori, piccole croci orientaleggianti, con al centro sa rosetta, cioè la rosa greca.
È presente inoltre anche una scrittura , forse a caratteri cirillici, non ancora decifrata nonostante l’impegno di molti studiosi.
Sull’origine di questo antichissimo strumento, del quale attualmente esistono solo due pezzi, sono state formulate varie ipotesi: alcuni studiosi sostengono la testi che sia di origine bizantina, prova ne sia che il piatto riproduce simboli tipicamente bizantini, senza contare l’influenza che ha subìto la Sardegna da Bisanzio in moltissime forme di arte e cultura, vedi molti Santi da noi festeggiati quali San Costantino, San Nicola, ecc.
Altri studiosi invece sono convinti che S’Affuente sia di origine spagnola, rifacendosi al suo nome tipicamente spagnolo, e considerando il dominio di questi ultimi in Sardegna, talmente vasto al punto di influenzare la maggior parte dei criteri ecclesiastici.
Questo giustificherebbe l’uso che viene fatto di tale piatto ad Ottana, il giovedì Santo in occasione de Su Lavabis, rito della lavanda dei piedi, il venerdì Santo in occasione de S’Iscravamentu per depositare le spine e i chiodi del Cristo ed infine il giorno dei Defunti, allorché viene portato dal parroco nel cimitero per la raccolta delle offerte.
Da strumento sacro diventa profano in occasione de S’Ogulone, il fuoco di Sant’Antonio, quando il sacerdote consegna S’Affuente alla popolazione, e si sancisce così l’inizio del famoso Carnevale Ottanese: lo strumento viene percorso verticalmente con una grossa chiave dando così il ritmo al ballo tipico di Ottana, l’antichissimo Ballu de S’Affuente.
Questo ballo ha una struttura particolare, infatti l’avvio viene dato dal canto dei Tenores, per poi proseguire seguendo il ritmo cadenzato e alternato a tre tocchi di chiave.